martedì 10 gennaio 2012

JENNIFER EGAN Una scrittrice da scoprire





È stato di recente pubblicato in Italia l’ultimo libro di Jennifer Egan: Il tempo è un bastardo (Minimum Fax). 
Con questa opera la scrittrice ha vinto il premio Pulitzer 2011 per la narrativa.
Purtroppo poco conosciuta in Italia, dove è stato tradotto finora solo uno dei suoi libri, La figlia dei fiori (Piemme) del 2003, Jennifer Egan è una scrittrice molto interessante, oltre ad essere una giornalista attenta ai temi di rilevanza sociale.
Questo libro colpisce per la struttura narrativa, per il raccontare diretto e partecipe, per l’originalità stilistica: una delle storie che qui si intersecano è strutturata come una presentazione in Power Point.
Ed é forse dalla sua esperienza di giornalista che derivano il taglio e il ritmo di questo romanzo. Storie aggrappate l’una all’altra e incastonate nel flusso del tempo che ne tiene insieme i personaggi. Un caleidoscopio di vite che si possono mescolare e osservare da angoli diversi. Dialoghi asciutti, tagliati sui personaggi, senza intermediazioni. Come un film, scarno, attuale, senza superflue drammatizzazioni.
Il tempo é un bastardo! Una metafora popolare cui allude dubbiosamente uno dei personaggi, suggerisce il titolo italiano.
E anche se il titolo originale è  A visit from the goon squad, "Una visita dei picchiatori", é il tempo che trasporta e lega i personaggi, come una cartilagine.
Ma è davvero un tale bastardo, poi? No, non credo.
Il tempo è solo una delle dimensioni del nostro esistere. È la strada che percorriamo, come palle di neve che rotolano e si ingrossano di esperienze, di ricordi. Ed é così che incrociamo anche il tempo degli altri: a loro lasciamo qualcosa, qualcosa di loro ci rimane attaccato.
Il tempo da senso alla vita. Cosa saremmo senza? Vignette di un fumetto, immagini bidimensionali. Effigi su monete nella tasca di qualcun altro.
A vist from a goon squad...
E in fondo i bastardi, i picchiatori, siamo solo noi con i nostri egoismi, le nostre contraddizioni, la brutalità dei nostri desideri. Specialmente quando irrompiamo nelle vite degli altri, in cerca di tracce di noi stessi.

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